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Gruppo Speleologico Sacile

ESPLORAZIONI





Relazione di Filippo Felici

ESPLORAZIONI ALL’ABISSO “OTTAVO NANO
(Zona Pradut – Claut) del 16 Luglio 2017

Partecipanti: Filippo Felici, Andrea Macauda, Valeriana Mancinelli.

Siamo in tre, pochi ed intimi e, grazie a mia mamma, in visita in quel di Fontanafredda, riesco ad andare in grotta con mia moglie.

Si va ad esplorare le zone del Cancello di Dimrill, la piccola galleria che aveva trovato Marketto il 9 luglio, dopo aver terminato una piccola risalita da Kazhad-Dhum. Questo piccolo freatico immetteva in una bella forra fino alla base di un bel camino, ancora da risalire. Alla base di quest’ultimo ci si era arrestati anche sopra un pozzo valutato attorno ai 20 metri.

Ora siamo di nuovo qui, per scendere questo pozzo.

Abbiamo poco tempo a disposizione, oramai la grotta è cresciuta e per arrivare in questi posti ci vogliono 2 ore di avvicinamento ed altrettante di progressione.
Poco tempo si traduce in poco materiale, “ma tanto è solo una perlustrazione”…..

Rileviamo da Khazhad-Dhum al pozzetto.

C’è una bella frana all’ingresso del pozzo. Disgaggiamo al meglio che possiamo anche se con la consapevolezza che sarà impossibile farlo del tutto.
Armo e scendo, scampana. P15. Fraziono.

Sassoooo!!!!!!

Da sopra arriva di tutto. Un sassone mi colpisce la gamba. Una bestemmia risuona nel pozzo.
La gamba mi duole ma proseguo. Si scende, faccio scendere gli altri due.

Forra. Meandro. Provo a percorrerlo in alto, Mammolo e Vale in basso. Sono loro a trovare la via giusta.
P35, forse P40. Forse altro, ma non si capisce…… Grande, grande.
Ottavo nano sta diventando un severo e complicato labirinto di meandri, fossili e attivi; un abisso impegnativo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Un rompicapo i cui tentativi di risoluzione sono solo all’inizio.



Articolo del Messaggero Veneto del 14 luglio 2017





ESPLORAZIONI ALL’ABISSO “OTTAVO NANO
(Zona Pradut – Claut) del 9 luglio 2017

Relazione di Filippo Felici

Partecipanti: Filippo Felici, Andrea Macauda, Marco Climber

Siamo di nuovo dentro l’Ottavo nano, in tre questa volta. L’aria ed il freddo pungente di questa grotta ci accoglie sin dall’ingresso, dove sistemiamo le birre a refrigerarsi in attesa della nostra uscita. Marco è stato precettato “per un pelo”, mentre Mammolo è stato tirato letteralmente giù dal letto, visto che 10 minuti dopo l’orario prefissato per l’appuntamento stava ancora letteralmente russando.

Così entriamo rilassati, con calma, lentamente. Sono le 12.00 passate e non c’è ancora traccia del temporale che, siamo certi, arriverà. Ma in Ottavo non c’è problema di acqua e speriamo solo che il buon Zeus voglia risparmiarci dai fulmini una volta usciti. In questo caso siamo già rassegnati al pensiero in cui ci vediamo già, alla base del primo pozzo, in attesa che il temporale passi.

La grotta è praticamente asciutta.

Arriviamo così a Khazad-Dum, Nanosterra, dove ci dividiamo. Io parto per il rilievo della via del Balrog; Mammolo e Marco cercano di raggiungere la finestra sopra la partenza del Brandivino. Terminato il rilievo di questo ramo (una ventina di battute) giungo alla frana. Tantissima aria, stillicidio. Un posto freddissimo per scavare. Non ho con me gli attrezzi ma constato ugualmente che la frana è scavabilissima perché tutto è maciullato. Torno quindi indietro in Nanosterra.

Marco è ancora lì, impegnato su quel camino. Allora decido che può essere il caso di andare a rilevare i pozzi del Brandivino. Percorro quindi la corda installata da Laura, rilevando in discesa ma alla fine del primo pozzo mi rendo conto che non è possibile proseguire oltre: il Brandivino si getta sul secondo pozzo con una portata stimata sicuramente superiore ai 20 lt/secondo, una enormità se si considera che la grotta è praticamente asciutta.

Quanto si estenderà il mostro che raccoglie così tante acque? Domande che esigono risposte...

Torno quindi in Nanosterra. Uscito dal Brandivino incontro i due.

“E allora?, Com’è andata lassù?” “Benone”, mi fa Marco. “Ho percorso qualche decina di metri di forretta e poi saletta con cascata. Ma vai a dare un’occhiatina pure tu!”

Salgo. Mi addentro un questa “forretta”, che in realtà è una gallerietta. Non è proprio una forra. Piena di latte di monte. Tanta, tanta aria, in uscita. Ne percorro una quarantina di metri. Sembra stringere ma poi allarga. Allarga. Ecco il camino, grande, descritto da Marco. Sopra fa capolino una bella galleria. Scende un po’ di acqua. Guardo un po’ alla sua base. Mi giro intorno osservando. Ma solo dopo aver messo la testa dietro un sassone mi accorgo: nero. C’è del nero che scende la sotto. Tiro un sasso: P20.

Alle 19.00 siamo tutti fuori, sotto un cielo quasi privo di nuvole. Che culo.

Bene, un’altra grande via è aperta e la soluzione di questo rompicapo sembra essere solo all’inizio….. Si cercano aiutanti per risolverlo.

Considerazioni su Nanosterra: il salone sembrerebbe essere il congiungimento di più grandi grotte (almeno 3) idrologicamente e metereologicamente distinte. In questo salone (osservazione estiva) ci sono almeno 3 grandi vie che aspirano una quantità d’aria impressionante e (individuate finora) almeno due che invece soffiano dentro. Anche le acque. Ci sono almeno 3-4 ingressi di acqua ed altrettante uscite ed una di queste “uscite” (il Brandivino) è veramente importante.

To be continued…..


2017 - ESPLORAZIONI ZONA PRADUT – RESETTUM (CLAUT)

Relazione di Filippo Felici

Week end: Venerdì 26 - Domenica 28 maggio.

Partecipanti: Andrea Pasqualini (Verona), Daniela Barbieri (Campobasso), Francesco Sauro (Padova), Filippo Felici, Andrea Macauda, Tiziano Borgobello, Laura Giust, Sergio Poeta, Denis Zanette, Alessandro Pierasco, Alvise Rossi, Moreno Dorigo, Nadia Lazzari (dei gruppi di Sacile e USP Pordenone)

Venerdì 26 maggio: rivisitazione area immediatamente a sud di Casera Colciavas.

Vengono ricercate grotte già a catasto, in particolare viene rinvenuto l’ingresso della 1° del Monte Resettum.
Se ne rimanda la discesa a causa di un malfunzionamento al trapano

Sabato 27 maggio: punta all’Abisso dell’Ottavo Nano.

Vengono esplorate le zone del Brandivino.
Si scendono due bei pozzi molto bagnati (portata stimata in questo periodo di secca ca. 5 litri/secondo),
un P20 ed un P15 in rapida successione che portano la profondità attuale dell’abisso a circa -220.
Le esplorazioni sono sospese all’imbocco di un laminatoio bagnato. Presenza di tanta aria sui pozzi.
I tentativi di superamento del laminatoio sono quindi rimandati a periodi ancora più siccitosi.
Le prossime volte, comunque, ci si concentrerà su altre via del salone. Viene anche esplorato un meandro ventoso che parte da Khazad-Dhum che però ricollega
con quello esplorato durante la punta precedente.
Un’altra squadra porta avanti lavori di allargamento dei passaggi più difficili.

Domenica 28 maggio: rilievo di A018 (Franiska Gora), rilievo e lavori di disostruzione della ventosa (ingresso basso) C031.

Viene confermata la presenza di tantissima aria nel meandro terminale di A018.
In C031, invece, viene tolto un po’ di materiale dal fondo fino ad intravederne la prosecuzione, molto ventosa.
Durante l’avvicinamento viene inoltre individuato un altro grosso pozzo. Purtroppo non ne è stata presa la posizione.
Weekend divertente, caratterizzato da amicizia, vino, esperienze diverse.
In particolar modo va dato risalto all’ottimismo contagioso di Laura,
all’instancabile allegria di Andrea ed alla disarmante tranquillità di Cesco.


03 agosto 2013

Landri Scur

La punta fa seguito alle tre che in rapida successione si sono succedute a cavallo tra febbraio e marzo dello scorso inverno.

Nelle prime due avevo ripercorso in solitaria le vie del fondo esplorate dal forte gruppo trasversale di esploratori che si era mosso in quelle terre incognitae a cavallo tra gli anni '80 e '90, facendomi raccontare dalla grotta la sua storia.

Nella terza ero tornato, quindi a colpo sicuro, con Ivan Castelrotto.

Ci eravamo resi subito conto di aver trovato la chiave per future esplorazioni.

Martedì 30 luglio telefono quindi Poeta Sergio e Luca Bardovagni (Bardo) di Urbino invitandoli a "tentare il colpaccio".

Gli sventurati risposero.

Ma passiamo direttamente all'epilogo: dopo le due risalite fatte con Ivan, abbiamo arrampicato un terzo camino,di circa 25 metri.

Piccolo meandro fossile, poi traverso su pozzo (ancora da scendere). da qui si dipartono due meandri, il primo sulla destra, rognoso, percorso per circa 150 metri; il secondo sulla sinistra, è quello che, da subito, è apparso il più interessante.

Dopo 10 metri: carta di un Bounty, poi un cavo elettrico, un altro... polistirolo, cavo, polistirolo, tanta roba.

Le Vasche????? camini da risalire, tanta roba. Aria, ovunque. I resti di attività antropica terminano sotto un caminetto le cui pareti sono ricoperte da limi scuri, del tutto simili a quelli che si trovano in prossimità degli ingressi, segno che siamo moooolto vicini alle vasche.

Ma il meandro prosegue fino a raggiungere una saletta, che sicuramente riserverà molte altre sorprese a coloro che vorranno addentrarcisi.






Fotografie gentilmente concesse da Barbara Grillo

Filippo Felici



19 Agosto 2012

Gli speleosub di Sacile esplorano le cascate dell’Arzino
Le cascate dell’Arzino, si trovano a breve distanza dalle sorgenti del torrente stesso, qualche chilometro a Nord dell’abitato di San Francesco.

Da tempo gli speleologi del Gruppo di Sacile tenevano d’occhio una cavernetta che si apre ai piedi della seconda cascata dell’Arzino.

L’acqua del torrente viene inghiottita dalla cavernetta con una forte corrente e ne esce qualche metro dopo, apparentemente in quantità minore.

Gli speleologi hanno quindi deciso di appurare il mistero, esplorando la cavità.

Così, domenica scorsa, i due speleosub Sasha Polese e Denis Zanette, supportati da altri speleologi del gruppo di Sacile, si sono calati nella forra muniti di piccole bombole e si sono immersi nell’acqua del torrente, dopo aver posizionato una corda di sicurezza.

La corrente li ha subito trascinati all’interno della cavernetta e spinti sott’acqua, perché la volta si abbassa quasi subito.

Diversamente dalle aspettative, non sono state trovate condotte sotterranee che portino altrove l’acqua della cascata, quindi è apparso evidente che essa esce dalla stessa caverna, ma ad un livello più basso della superficie.

Un gioco di correnti che rende il luogo assai pericoloso. Gli speleosub infatti, per uscire, hanno dovuto aggrapparsi alla corda di sicurezza.

E’ stato effettuato il rilievo della cavernetta che misura 15 metri di apertura ed entra nella parete rocciosa per circa 5 metri.

La profondità dell’acqua varia da 2 ai 3 metri.













29 febbraio 2012

E’ stata effettuata una nuova esplorazione speleo subacquea nella grotta soprannominata “Ciasa de lis Aganis” (casa delle streghe), situata nel Comune di Vito d’Asio (PN).

La grotta, conosciuta storicamente già dal 1862, era stata percorsa in passato per una lunghezza di circa 500 metri.

Nel tratto conosciuto erano stati superati un primo sifone e, solo in parte, un secondo sifone (per circa 40 metri).

Il Gruppo Speleogico Sacilese ha, quindi, organizzato il 29 Febbraio una nuova immersione e lo speleosub Denis Zanette si è immerso in solitaria ed è riuscito a superare anche il secondo sifone per riemergere in un tratto aereo percorribile per circa 500 m.

Alla fine della nuova galleria trovata è presente un terzo sifone.

Nel tratto aereo sono stati visti anche interessanti camini.

Sabato 10 Marzo gli speleosub del GS Sacile Denis Zanette e Sacha Polese hanno nuovamente superato i due sifoni, iniziando il rilievo del tratto di cavità di nuova scoperta".

Indispensabile, in entrambe le spedizioni, è stato il lavoro degli "sherpa", Alessandro Pierasco, Alberto Gattel, Enrico Varnier, Mauro Sacilotto, Antonio Romano, Andrea Macauda, nel trasporto delle attrezzature per circa un chilometro di sentiero e per i 500 metri di cavità, in parte allagata, che precedono il sifone permanente.